Articoli giornali

Violenza Psicologica

Morte morale

E’ sabato, ne sono consapevole….questo argomento è un pò pesante, ma voglio scriverlo ugualmente perché tante di noi devono esserne informate così magari qualche dubbio può insinuarsi nella mente e provvedere a rimediare prima che sia troppo tardi….

Oltre agli atti di violenza fisica, esistono anche quelli di natura psicologica, morale. Le forme introspettive non lasciano segni, non sono visibili e non guariscono facilmente rispetto a quelle che appaiono sul corpo in conseguenza di un violenza materiale. ma se i gesti di aggressione fisica sono perseguibili perché riconoscibili, quelli di livello più profondo non si notano chiaramente.

Quando si parla di coercizione interiore e morale, ci si riferisce particolarmente a quella che può nascere all’interno di una coppia, di una famiglia, di un rapporto di amicizia, o anche di un ambiente di lavoro.
Gli esperti l’hanno identificata in quella sottile e ingannevole costrizione psichica Ela Dongiovanni emozionale chiamata gaslighting. Questo tipo di sopruso dell’anima consiste nel creare un abuso emozionale nella vittima che all’inizio dell’opera vessatoria non si rende conto degli effetti devastanti che quel modo di fare da parte del marito provocherà in lei. Si tratta, in sostanza, di pratiche manipolatorie che il consorte pone in essere per destabilizzare l’equilibrio psichico della moglie, per disorientarla, per indurla a perdere i confini della realtà e costringerla ad essere succube di lui con il preciso intento di farle credere di non essere più lucida mentalmente, perché le vengono instillati continuamente dubbi e incertezze. La finalità di questo sottile modus operandi psicologico è far perdere il controllo di se stessa, delle sue capacità e della sua autonomia decisionale, bloccando ogni sua iniziativa e inibendola nella sua libertà materiale, al solo scopo di esercitare su di lei un assoluto e spietato dominio. Questo asfissiante comportamento è interpretato, purtroppo, dalla vittima come un’attenzione particolare nei suoi confronti, è inteso come una sensibilità che merita la sua devozione, tanto che la incoraggerà a idealizzare la figura del marito; in questo modo ritiene di sentirsi sicura e di abbandonarsi completamente alle sue iniziative.
Con il passar del tempo la perseguitata tra le quattro mura continuerà a perdere quelle iniziali certezze e sicurezze e, abbandonando la precedente credulità, comincerà a sentirsi profondamente confusa e a dare così un senso definitivo alla condotta del gaslighter. Questo stadio di caos interiore la farà sprofondare nel vortice dell’avvilimento, si sentirà racchiusa in una gabbia di titubanze, si convincerà che c’è qualcosa in lei che non va, si persuaderà di essere una fallita, di essere sbagliata.
Ormai la violenza psicologica perpetrata così pervicacemente si è cronicizzata e la malcapitata è completamente in balia dell’altra persona, ha rotto completamente gli argini della sua difesa al punto che non si renderà più conto neanche di essere stata allontanata dalla sua famiglia, dai suoi amici, d’essere rimasta isolata e di non avere non solo più voce in capitolo come componente di una coppia, ma non avrà più neanche un ruolo sociale.
Alla fine di tutto questo raggiro intimo la perseguitata riconosce il suo aguzzino come unico sostegno e fonte di protezione, rappresentando la chiusura di una circolarità malata, proprio il traguardo delittuoso che si era prefissato il marito-distruttore.
La violenza psicologica, dunque, anche se è meno appariscente di quella fisica, porta però a una morte morale.
E non aggiungo altro.

💫 Bye EveryOne 💫

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *